Tutte le città della nostra regione, e non soltanto quelle oggi capoluogo di provincia, hanno avuto importanti tradizioni di insegnamento musicale svolto intorno alla municipalità, alle strutture pubbliche o ecclesiastiche, ai teatri e/o alle orchestre cittadine. La scuola musicale è nata dunque per esigenze concrete, quelle di fornire strumentisti e coristi per la produzione cittadina. Spesso chi dirige o insegna nella scuola è anche operatore a diverso titolo, maestro concertatore e direttore d'orchestra, compositore o strumentista, nelle strutture produttive della città; gli studenti, i più meritevoli, ricevono l'insegnamento e maturano le proprie esperienze strumentali partecipando alle attività delle orchestre o dei cori. Queste strutture educative raggiungono soprattutto nell' 800 una loro fisionomia ben definita. Negli Stati preunitari, una grande cura è posta per il mantenimento di scuole musicali pubbliche di qualità. Ed è la stessa cura che viene posta, sull'esempio del progetto di Niccolò Paganini di riforma dell'Orchestra ducale parmense, per assicurare il buon funzionamento di strutture per la produzione operistica e per i concerti anche a Reggio Emilia. Questo interesse è forte anche se sono soprattutto le due vicine orchestre ducali di Parma e Modena a fornire i quadri di maggior spicco dell'orchestra reggiana.

 

Questo fervore non si arresta certo nell'Italia unita: permangono orgogliose volontà localistiche, pur tra alti e bassi di gestione, per conservare e sviluppare sia organici produttivi sia strutture educative. Queste strutture resistono dunque al tempo, ai cambiamenti politici, alle mode, e non è dunque un caso se oggi, nella realtà che si prospetta con la riforma dei Conservatori e degli Istituti pareggiati, nella sola Emilia-Romagna si contano ben cinque istituti statali (Parma, Bologna, Piacenza, Ferrara, Cesena) e sei non statali (Reggio Emilia, Modena, Ravenna, Carpi, Rimini e Castelnovo né Monti), oltre naturalmente ad altre scuole civiche di sicura solidità e tradizione (Faenza, Lugo, Forlì, Mirandola, Imola, per citarne solo alcune).

Achille PeriAchille Peri Le tappe dell'istituto reggiano trovano un punto di riferimento sicuro nella apertura nel 1826 di una scuola municipale di musica che avviene anche sulla spinta di nuove e coraggiose argomentazioni poste da Carlo Ritorni a proposito della pessima situazione riguardante l'orchestra reggiana. È la scuola di Bonifazio Asioli, affidata alla direzione del reggiano Prospero Silva e nella quale operò anche Achille Peri (a destra in un disegno di Nani Tedeschi), protagonista delle vicende musicali della città nel periodo preunitario e, poi, nella fase d'avvio dell'Italia unita. Periodo, questo, ricco di accadimenti cui si è soliti far risalire, con la riapertura del Teatro nel 1857, inaugurato dallo stesso Peri in veste anche di compositore dell'opera Vittor Pisani, una nuova era di gestione delle iniziative musicali della città.
La scuola è passata quindi attraverso fasi alterne, soprattutto negli anni '70, e a provvedimenti, come il Regolamento per la scuola di musica approvato il 26 novembre e il 10 dicembre 1881, orientati a delineare nuovi rapporti tra scuola e teatro e contemporaneamente a meglio definirne la struttura organizzativa.
Ulteriori risistemazioni si ebbero una decina di anni dopo durante il mandato del Sindaco Manodori e successivamente sotto le amministrazione Bacchi e Rossi.

Non di molto cambiano le cose nel nuovo secolo. Adeguati i regolamenti interni alle esigenze d'insegnamento consolidate sul modello delle scuole statali, il cui sistema trova nei provvedimenti dei regi decreti del 1918 e del 1930 l'assetto che resterà definitivo fino ad oggi, le vicende della scuola reggiana s'intrecciano sempre più spesso con il più ampio dibattito cittadino intorno all'utilità delle strutture formative e culturali ricevendo nuovi impulsi per una adeguata collocazione istituzionale. La sede della scuola viene individuata in alcuni locali del Teatro Municipale dove rimarrà fino al 1975 quando verrà trasferita nella ex-Caserma Zucchi. Nel 1926 assume l'attuale titolazione ad Achille Peri ed è in questo periodo che si compiono ulteriori tentativi per valorizzare le istituzioni musicali della città. Ancora nel 1936 si cercherà infatti di ridar vita ad una Orchestra sinfonica di Reggio Emilia fondata e diretta da Renzo Martini, mentre due anni prima il nuovo "Regolamento per la direzione agli spettacoli in Reggio" ancora prevede espressamente la presenza di alunni autorizzati dalla Direzione a far parte degli organici insieme ai professori d'orchestra e ai sostituti. Ed è in questi stessi anni che il Peri annovera tra i suoi studenti un nome che diventerà presto un artista di fama mondiale.

FERRUCCIO TAGLIAVINIFerruccio TagliaviniIl cantante reggiano Ferruccio Tagliavini studiò al Peri a cavallo degli Anni Trenta, sotto la guida del Direttore m° Melloni. L'archivio della scuola ci consegna anche le sue partecipazioni ai saggi finali e i voti agli esami dal 1929 al 1934, anno in cui fu licenziato (la scuola non ancora pareggiata non poteva rilasciare un diploma riconosciuto) prima di chiedere l'ammissione al Conservatorio di Parma.
Nel Dopoguerra, non è immediato e prioritario l'interesse di por mano alla situazione della scuola di musica comunale che con i suoi 200 iscritti conferma in ogni caso il suo radicamento nel panorama didattico e culturale della città. È solo a metà degli anni Sessanta che nuove idee si attuano sotto l'Amministrazione del Sindaco Bonazzi.

Affidata nel 1969 la direzione ad un giovane compositore milanese, Armando Gentilucci, allora appena trentenne, il progetto di ridefinizione istituzionale passa attraverso alcune tappe interne fondamentali quali la richiesta e il conseguimento del pareggiamento ai Conservatori di musica statali, l'incremento del corpo docente e il potenziamento dell'indirizzo didattico educativo in sintonia con quanto parallelamente stava avvenendo per le scuole comunali dell'infanzia. Sul fronte del raccordo dell'Istituto con le altre iniziative culturali e musicali della città, al tradizionale rapporto con il Teatro Municipale si aggiunge un progetto che negli anni successivi sarà destinato ad occupare un ruolo di primo piano non soltanto a Reggio ma anche nel panorama nazionale. Il complesso di attività di Musica-Realtà si esprime con la nascita della rivista diretta da Luigi Pestalozza e con una serie di iniziative seminariali, concertistiche e didattiche cui partecipano i nomi di musicisti, pedagogisti e musicologi di maggior prestigio in campo nazionale e internazionale. Nel 1973 nasce al Peri anche l'esperienza del Laboratorio pedagogico-musicale, intorno alla figura di Olivia Concha che lo conduce fino al 1979. Le iniziative rivolte alla musica del Novecento proseguono anche negli anni '80 con convegni di studio, rassegne concertistiche, dibattiti e confronti tra compositori delle ultime generazioni.

Armando GentilucciArmando Gentilucci Alla morte di Gentilucci nel 1989, l'Istituto è affidato al vicedirettore Cristina Mongini, fino alla nomina di Andrea Talmelli l'anno successivo.

Durante gli Anni Novanta e per tutti gli anni della Direzione del M° Andrea Talmelli, l'Amministrazione di Reggio Emilia, in accordo con le proposte avanzate di innovazione istituzionale, procede con quella di Castelnovo ne' Monti, dando corso alla richiesta di statizzazione del Peri e del Merulo come sezione staccata. I tempi sono comunque difficili in quanto il dibattito sulla riforma dei Conservatori non consente per tutto il decennio possibilità di passaggio allo Stato di Istituti pareggiati. Il Peri assume un ruolo importante in questo dibattito a seguito del Convegno promosso a Reggio Emilia nel 1994, da cui nacquero Comitati per la Riforma un po' in tutta Italia. Quel provvedimento legislativo atteso ormai da settantanni, viene approvato dal Parlamento alle soglie dell'anno 2000, ma la sua attuazione pone tuttora problemi di notevole complessità. Vengono introdotti, tra i primi Istituti italiani, sia i corsi AFAM di primo e secondo livello, sia quelli di Formazione di base. Il M° Andrea Talmelli è inoltre il primo Direttore ammesso alla Conferenza Nazionale dei Direttori di Conservatorio in rappresentanza di tutti gli Istituti Pareggiati italiani, anticipando in tal modo la auspicata unificazione tra tutte le istituzioni Afam, statali e non statali.

Andrea TalmelliL'Istituto, nel frattempo, amplia con le scuole di canto e di percussione gli insegnamenti interni pareggiati, avvia una intensa attività di scambio con scuole europee, sviluppa iniziative come L'Ora della musica e Settimane Incontri, intreccia nuove collaborazioni con I Teatri nei progetti di produzione di opere per l'infanzia e con le attività di Di Nuovo Musica in un certo senso destinato a proseguire l'esperienza ormai storica di Musica-Realtà. Nel 1998, a seguito del restauro degli edifici del cinquecentesco complesso di S. Domenico, l'Istituto Peri si trasferisce nella nuova sede provvista per la prima volta nella sua storia di un Auditorium polifunzionale idoneo alle molteplici attività della scuola. Con l'integrazione del Laboratorio d'Informatica e dell'organo tedesco Hillebrand acquisito per donazione privata della famiglia Ovi, diventa questo il cuore pulsante di tutte le manifestazioni della scuola anche rivolte a tutta la città e al suo territorio. La nascita delle Orchestre Giovanili trova proprio nell'Auditorium la sua sede naturale di esercitazione. Una intensa attività di scambi culturali viene proposta dalla Direzione con scuole europee (Polonia, Russia, Germania, Francia, Spagna, Slovenia) e negli USA che si aggiungono ad altre iniziative in Italia e all'estero (Norvegia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia), con lo scopo di favorire la conoscenza e il confronto artistico e didattico tra gli insegnanti e gli studenti.

Dal 1° Novembre 2010, il "Peri" viene unificato all'Istituto "Claudio Merulo", nato già nel 1964 per le istanze espresse dai cittadini di Castelnovo ne' Monti e che nei decenni successivi aveva incontrato la sensibilità e l'intuizione di politica culturale di Armando Gentilucci coadiuvato dal maestro Paolo Gandolfi, i quali, per diffondere capillarmente la formazione musicale sul territorio, ne ispirarono e condussero la crescita progettuale favoriti dalle forze amministrative locali. Con la fusione si compie quindi un lungo percorso di sviluppo della formazione musicale reggiana e nasce il nuovo ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI DI REGGIO EMILIA E CASTELNOVO NE' MONTI, una scuola a rete di sedi.

Nel 2011 ne diviene direttore Maurizio Ferrari. Nel 2012 nasce la Summer School estiva, che porta nel reggiano docenti di caratura internazionale e amplia ulteriormente l'offerta formativa; prende vita anche Musica e Civitas (poi confluita nei concerti estivi del Restate), stagione di concerti inserita nella programmazione estiva del Comune di Reggio Emilia nella quale sono protagoniste le migliori risorse produttive dell'Istituto, si infittiscono ulteriormente le relazioni con il territorio e le attività delle orchestre giovanili, aderenti al Sistema Nazionale delle Orchestre, Cori giovanili e Infantili, che varcano i confini anche delle sedi delle più alte istituzioni nazionali, facendosi apprezzare fin in Senato e dal Presidente della Repubblica con esecuzioni memorabili diffuse grazie ai canali televisivi RAI.


Storia della sede di Reggio Emilia

Chiostro principaleLa sede reggiana dell'Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia e Castelnovo ne' Monti è collocata all'interno del complesso dei Chiostri di San Domenico, struttura antica la cui originalità deriva soprattutto dalla particolare vicenda storica che l'ha contraddistinta: convento domenicano fino alla seconda metà del XVIII secolo, caserma delle truppe estensi fino al 1860, Regio Deposito Stalloni fino al 1945, Istituto per l'incremento ippico fino al 1970-80, Scansionedestinazioni varie fino al 1990. L'impianto urbanistico dell'antico convento è rimasto intatto con la teoria dei due chiostri monumentali: chiesa, chiostro piccolo a ridosso della chiesa e chiostro grande fra il chiostro piccolo e via Dante Alighieri. Ma il complesso è stato poi completato con l'aggiunta dell'ala Castelnovo fra le vie Zaccagni e Dante, del complesso delle ex-rimesse e del muro di cinta fra le vie Dante e Samarotto. Più compromesso, seppur visibile e riconoscibile dalla notevole diffusione delle strutture voltate, è l'impianto artistico - architettonico, che ha inevitabilmente risentito delle diverse destinazioni d'uso succedutesi nel corso dei suoi quasi otto secoli di storia.

 

 

 

 

Esterno Chiostri

L'intervento operato dai militari per trasformare l'antico convento in caserma e deposito cavalli stalloni fu massiccio: creazione di collegamenti carrabili fra i chiostri e i cortili, massicci interventi sulle strutture murarie per proteggerle dall'ambiente aggressivo della stalla; copertura dei pavimenti originari al piano terra con soletta in cemento per impedirne l'usura da parte dei ferri dei cavalli; modifica delle volumetrie di alcune parti del convento per aumentare e adattare la capienza degli spazi; eliminazione delle strutture voltate in almeno due ali dell'ex-convento.

La complessa opera di restauro e recupero funzionale voluta dall'Amministrazione a partire dall'inizio degli anni Novanta è stata pertanto impostata dai progettisti incaricati con il criterio fondamentale di rendere leggibile la complessità delle strutture architettoniche, evitando di riportare in luce elementi ormai non più riconoscibili, (se non da poche e scarne tracce emerse dalla asportazione dei notevoli spessori di intonaco cementizio realizzati dai militari). Non è stato privilegiato un particolare periodo storico rispetto ad un altro, se non in funzione di quanto è stato possibile recuperare e leggere con l'eliminazione delle superfetazioni e degli elementi palesemente incongrui, proprio perché restituire un'unica immagine (per esempio quella del convento) avrebbe significato ulteriori e massicci interventi che avrebbero stravolto ancor di più una struttura dalla storia edilizia assai complessa.

 

 

 

 

Interno Scuderie

 

La teoria delle celle monacali è comunque stata recuperata nell'intera ala est, sicuramente la meglio conservata (ala "Castelvecchio"), che costituisce, infatti, un raro e straordinario modello di architettura conventuale, sviluppato su un omogeneo corpo di fabbrica lungo ben 85 metri. Notevoli le tracce rinascimentali che sono state portate alla luce nel chiostro piccolo, con le colonne e i capitelli in arenaria (probabile intervento del Casotti), così come gli interventi neoclassici evidenziati dal grande scalone d'onore e il restauro del chiostro grande e della facciata su via Dante (opera dell'"architetto del Comune" Domenico Marchelli, XIX sec.). Da non dimenticare poi, che il complesso vanta un esempio fra i più notevoli, forse unico, di architettura pensata e creata come grande stalla cavalli del Regio Esercito. Si tratta dell'ala denominata "Castelnovo", attestata sull'angolo tra via Dante e via Zaccagni, sul lato ovest del convento. Edificata nella seconda metà del secolo XIX sempre dal Marchelli, in stile tardo neoclassico, è esemplare per la capacità dell'architetto di dar corpo a una singolare disposizione spaziale rispondente ad una altrettanto singolare funzione, per di più nel contesto di un centro storico.

 

 

 

 

 

 

 

Mappa San DomenicoChiostro piccolo

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto dall'alto:

  • L'odierno interno del chiostro grande in notturna - foto © Silvia Perucchetti 
  • Storica immagine delle Scuole Comunali di Reggio Emilia istituite nel 1826, annesse al complesso del Convento di S. Ilario, che diventeranno l'istituto Musicale Achille Peri
  • Un "tiro a quattro" nel complesso adibito a Regio Deposito Stalloni - foto Roberto Sevardi (1865-1940)
  • L'abbattimento del Convento di S. Ilario avvenuto nel 1909, successivamente al quale le Scuole musicali saranno trasferite in via Migliorati (foto di Roberto Sevardi - 1865-1940)
  • Uno degli ambienti adibito a scuderia - foto Biblioteca Panizzi
  • Mappa Banzoli 1720 - Biblioteca Panizzi; Due immagini del cortile delle Scuderie Castelnovo prima del restauro - foto Biblioteca Panizzi)
  • Il chiostro piccolo

Cronologia

1233 Viene posata la prima pietra della Chiesa del Gesù (San Domenico), primo fra i conventi domenicani dell'Emilia - Romagna. XV sec. Primo importante ampliamento della chiesa e del convento, attribuito al Casotti.
1509 Istituzione del tribunale dell'Inquisizione che servirà anche la Diocesi di Parma; una parte dei locali del convento che si affacciano su Piazza San Domenico viene adibita a prigioni.
XVI sec. Ampliamento del convento con costruzione de l chiostro grande.
1614 Ulteriore sopraelevazione della Chiesa con l 'aggiunta del fregio monocuspidale.
1702 Inizia la decadenza del convento con l'entrata in Reggio, il 27 luglio, dell'armata galloispanica; vengono occupati la chiesa ed il convento e destina ti ad ospedale militare ove si raccolgono fino ad ottocento malati.
1760 Una prima anticipazione alla destinazione del complesso a deposito cavalli è data da una relazione in cui si sottolinea l'esigenza di trasformare una parte dei locali per acquartierare 18 cavalli.
1796 Definitiva soppressione del convento.
1814 L'architetto del Comune Domenico Marchelli esegue il primo rilievo del complesso, cui accompagna tre progetti per la sistemazione dei locali relativi.
1816-17 Vengono eseguiti diversi lavori per l'adeguamento dell'ex-convento ad uso degli ufficiali estensi.
1860 Il 19 settembre il Comando generale dei Depositi cavalli stalloni di Torino chiede al Comune di Reggio l'uso dei fabbricati di San Domenico per l'impianto di un acquartieramento di animali. I piani del futuro Deposito stalloni sono progettati dagli ingegneri Tegani e Bergonzi.
1867 Nuovi lavori vengono intrapresi per alloggiare 10 stalloni in più e portare così il numero complessivo a 63; si realizzano i locali denominati"Castelvecchio".
1872 Vengono studiati due progetti di ampliamento per accogliere 30 stalloni in più. I nuovi ambienti vengono denominati "Castelnovo" e costituiscono l'ala su via Zaccagni.
cortile castelnuovo 2 ante 1207180758161903-4 Viene costruita la tettoia per la monta (Sala delle carrozze) a seguito della convenzione tra il Comune e la Curia per la chiusura delle cinque finestre nel muro di confine sud.
1916-17 Avviene il definitivo ampliamento degli impianti del Deposito con la costruzione dei fabbricati nell'area dell'Orto di San Pietro, su progetto dell'ingegnere Poli del Comune.
1929 Il Deposito viene chiuso all'esterno con il muro e la cancellata ancora esistenti.
1935-36 Viene realizzata la parte detta della "Mascalcia", su area acquistata dalla proprietaria privata signora Ferrari.
1944 L'incursione aerea dell'8 gennaio distrugge quasi totalmente le strutture del Deposito situate a levante della via Campo Samarotto.
1946 Iniziano i lavori di riattamento dei fabbricati.
1954 Il Deposito passa alle dipendenze del Ministero dell'Agricoltura come Istituto di incremento ippico.
1955 Vengono eseguiti lavori di adattamento di alcuni locali per adibirli ad appartamenti.
Anni '70 L'insediamento nel complesso di San Domenico dell'Istituto per l'incremento ippico è in contrasto con le indicazioni di P.R.G. e con quanto vi si prevede circa il Centro Storico, per ragioni sia di carattere igienico - sanitario che urbanistiche.
1980-81 Avviene il definitivo trasferimento dell'Istituto di incremento ippico nella sede di Ferrara; il complesso rimane nella completa disponibilità del Comune.


Storia dell'Istituto "Claudio Merulo"

Il primo nucleo dell'attuale Istituto "Claudio Merulo" (oggi sede montana dell'ISSM "Peri-Merulo") è nato nel 1964 su iniziativa di un gruppo di genitori che si rivolsero all'Amministrazione comunale di Castelnovo ne' Monti (RE) per l'attivazione di una scuola di musica.

Paolo Gandolfi
Venne così richiesta la collaborazione dell'Istituto Musicale "Achille Peri" di Reggio Emilia presso il quale era allora docente il maestro fisarmonicista Paolo Gandolfi. Egli, insieme ad altri colleghi, accettò l'impegno di recarsi a Castelnovo ne' Monti per attivare una scuola di musica, all'interno della quale si costituirono tre classi: Teoria e solfeggio, Pianoforte e Fisarmonica classica.

Il 9 febbraio 1966 la Giunta comunale di Castelnovo ne' Monti deliberò l'istituzione in via sperimentale di una scuola di musica nel capoluogo del comune. L'anno successivo, tale scuola venne intitolata a Ugo Manfredi, musicista locale vissuto dal 1879 al 1944. Nell'anno scolastico 1965-66 la scuola contava undici alunni, ma dall'anno successivo si ebbe più che un raddoppio nel numero degli iscritti che diventarono 27 e di anno in anno, la crescita fu sensibile e progressiva.

Nel 1969-70 furono istituite nuove cattedre di insegnamento: una seconda classe di Teoria e solfeggio una classe di Corno e trombone e una classe di Violino nel 1971. Nel frattempo, i primi alunni cominciarono a sostenere gli esami di licenza di Teoria e solfeggio presso il Conservatorio "Arrigo Boito" di Parma.

Armando Gentilucci
La Scuola civica percorse velocemente un lungo cammino di crescita avendo come punto di riferimento, sia nelle promozioni culturali che in quelle didattiche, l'Istituto "A. Peri" di Reggio Emilia. In particolare il contributo decisivo venne offerto dal maestro Armando Gentilucci, direttore del "Peri" dal 1969, compositore e teorico fra i più rilevanti nel panorama italiano, che si dimostrò molto sensibile alle attività e alle istituzioni socio-culturali aventi lo scopo di divulgare la conoscenza del linguaggio musicale.

Una svolta decisiva si ebbe nel 1974 quando, dopo dieci anni di attività, la scuola arrivò a contare 90 alunni, le classi di Teoria e solfeggio, Tromba e trombone, Violino, Fisarmonica e tre classi di Pianoforte. In considerazione della crescita evidenziata si decise di consolidare l'istituzione: venne infatti raggiunto un accordo fra le amministrazioni comunali di Reggio Emilia e Castelnovo ne' Monti per trasformare la Civica scuola di musica "Ugo Manfredi" in sede coordinata in fase sperimentale dell'Istituto Musicale parificato "A. Peri". Questa fase di sperimentazione, durante la quale cominciarono a essere organizzati seminari e conferenze, si protrasse fino al 1979 quando, sottolineando un esito positivo, si decise per il passaggio da scuola civica a Istituto Musicale, con un organico in pianta stabile e un regolamento interno. Nel '79 vennero istituite le cattedre di Flauto e Chitarra. Nell'80 si aggiunsero Storia della musica, Armonia e Clarinetto.

Nel 1982 si presentò per la piccola scuola castelnovese una grande occasione: venne indetto a Castelnovo ne' Monti in data 11-12 marzo il primo convegno nazionale sul tema "Il ruolo culturale e didattico delle civiche scuole di musica". Il convegno fu il primo in assoluto su tale tema in Italia e rappresentò un momento molto significativo nel processo di maturazione e di ricerca di una propria identità da parte dell'Istituto.

Claudio Merulo
L'anno successivo, il Collegio docenti accolse la proposta di intitolare l'Istituto al nome dell'organista e compositore correggese Claudio Merulo.

A partire dai primi anni Ottanta ad oggi è proseguita una continua crescita degli iscritti. Questo arco di tempo ha visto anche un fiorire di fermenti e attività: i maggiori appuntamenti sono stati costituiti dai convegni: "Bach tra '700 e '900: aspetti tecnici e teorici" del 1986, "La musica e l'infanzia" del 1989 e "Musica di oggi e didattica musicale" del 1994. Queste importanti manifestazioni culturali hanno visto la partecipazione di esponenti autorevoli a livello nazionale e internazionale e hanno contribuito a diffondere e sottolineare il prestigio e l'importanza dell'Istituto "Merulo".

Nel corso degli anni la Scuola è andata col tempo definendo progressivamente le sue funzioni e il suo ruolo, adeguando struttura, programmi e organizzazione a quelli dei Conservatori di Musica e nell'anno scolastico 1999/2000 ha ottenuto l'importante riconoscimento del pareggiamento delle classi di Pianoforte, Chitarra, Clarinetto, Flauto, Fisarmonica, Tromba e Trombone.

Un altro importantissimo traguardo è stato raggiunto nel mese di Gennaio 2007, quando l'Istituto, a seguito dell'approvazione da parte del M.U.R. del proprio statuto di Autonomia, è divenuto a tutti gli effetti ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI e quindi sede primaria di alta formazione, di specializzazione e di ricerca nel settore musicale. Infine, dal 1° Novembre 2010, l'Istituto è stato unificato all'Istituto Superiore di Studi Musicali "A. Peri" di Reggio Emilia, dando vita al nuovo ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI DI REGGIO EMILIA E CASTELNOVO NE' MONTI.

 

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