Strumenti musicali etnici dal mondo
Mostra della raccolta privata di Danilo Righi

La "ghironda", l'ocarina maya, la "kalimba africana", il violino "Stroho". Alle porte di Reggio Emilia, a San Martino in Rio, Danilo Righi ha messo insieme una raccolta di strumenti musicali d’epoca d’eccezione provenienti da tutto il mondo. Più di 70 pezzi tra fisarmoniche, clarinetti, pianoforti, fagotti, chitarre di ogni genere, classiche, lira e mezza lira, ma anche strumenti particolari provenienti da ogni parte del mondo, come le bellissime trombe tibetane alte fino a tre metri.

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"Strumenti musicali etnici dal mondo" è la nuova mostra promossa dall'Istituto Superiore di Studi Musicali "Achille Peri - Claudio Merulo" visitabile nella Sala Mostre dei Chiostri di San Domenico dal 7 dicembre 2019 al 23 febbraio 2020 il sabato (dalle 15.30 alle 18.30) e la domenica (10-12.30 | 15.30 - 18.30).
Ingresso libero.

Info: Segreteria di Direzione 0522 456779 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - +39 335 6247090

 

L'intervista a Danilo Righi di Domizia Dalia tratto da COLLEZIONARE online, Editoriale Tricolore srl.

Alle porte di Reggio Emilia, a San Martino in Rio, Danilo Righi ha messo insieme una raccolta di strumenti musicali d’epoca d’eccezione. Lui è convinto di avere più di settanta pezzi, ma girando nelle diverse stanze di casa sua, capiamo che ne possiede molti di più, tanti da riempire anche due enormi locali di una vecchia scuola, a poche centinaia metri dalla sua abitazione. Fisarmoniche, clarinetti, pianoforti, fagotti, chitarre di ogni genere, classiche, lira e mezza lira, ma anche strumenti particolari provenienti da ogni parte del mondo, come le bellissime trombe tibetane alte fino a tre metri. Come ogni collezionista che si rispetti ci guida attraverso la sua raccolta con gli occhi vispi e luccicanti propri di un innamorato della musica.

Come nasce la sua passione per gli strumenti musicali?
Sono sempre stato attratto da ogni genere di musica e da ragazzo mi dilettavo nel suonare la batteria. Sono rimasto affascinato da strumenti musicali antichi di ogni genere oltre a quelli particolari tipici di Paesi lontani e ho cominciato a collezionarli. La musica, per me, è sacra e paragono uno strumento a un quadro.

In che senso?
Esistono, per esempio, centinaia di arpe differenti capaci di produrre tonalità diverse. Questo vale per ogni famiglia di strumenti che suonati singolarmente o insieme, creano melodie uniche come opere d’arte.

Sulla sua carta d’identità potrebbe esserci scritto collezionista di professione poiché ormai è un veterano di questo settore?
I collezionisti, come lei saprà, sono irrefrenabili, partono da un punto e, passo dopo passo, continuano ad accumulare oggetti. Non riescono a trattenersi e desiderano sempre qualche cosa che ancora non possiedono. Questo spirito collezionistico ha contagiato anche me e nel corso di trentacinque anni ho raccolto numerosi esemplari, molti dei quali addirittura settecenteschi.

Ha mai contato tutti i suoi pezzi?
Sono sicuramente più di settanta, perché solo di fisarmoniche ne ho venticinque.

Qual è stato lo strumento che ha dato il via a tutta la collezione?
È stato un contrabbasso dell’Ottocento, trovato a Reggio Emilia dal maestro Guastalla. Un vero colpo di fulmine.

Ha parecchi colleghi che si occupano di strumenti d’epoca con cui fare scambi?
In Italia siamo in pochissimi a collezionare strumenti antichi di vario genere. Per esempio, tra Reggio Emilia, Modena e Parma non saprei indicargliene altri.

Lei, quindi recupera questi pezzi speciali attraverso i canali classici come internet, mercatini e aste?
Si, ogni occasione è buona per recuperare un nuovo pezzo, ogni domenica perlustro i mercatini della zona come Fontanellato, Modena, Gonzaga. Quest’ultimo è uno dei mercati più ricchi di banchi.

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