Corpi Sonanti “La potenza del grido”
Cortometraggio

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Sette studenti partecipano ad una esperienza espressiva e creativa all’interno degli spazi dell’ex Ospedale Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia oggi divenuto Museo di Storia della Psichiatria. Martedì 29 giugno 2021, ore 21,30 Chiostri di San Pietro, Reggio Emilia proiezione e presentazione con concerto dal vivo del progetto didattico-artistico “La potenza del grido”, a cura di Arturo Cannistrà, Gabrielangela Spaggiari e Gabriele Tesauri, prodotto dal Polo delle Arti (Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia e Castelnuovo ne’ Monti “Peri-Merulo”, Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto, Fondazione-I Teatri). Durante la serata interverranno gli autori del progetto e gli studenti protagonisti eseguiranno alcuni brani musicali da vivo. Musiche di Schubert e Zivkovic. Gli studenti che hanno partecipato sono: Alessandro Camellini, Diego Fabbi e Martino Mora, percussioni, Ennio Rossi, violino, Marco Del Prato, chitarra, Cecilia Ferrari, violoncellista e Federico Russo, danzatore. Si ringraziano i Musei Civici di Reggio Emilia e AUSL Reggio Emilia per aver concesso le riprese all’interno del Museo di Storia della Psichiatria.

Ingresso 10 euro
Biglietteria Fondazione I Teatri presso il Teatro Municipale Valli, piazza Martiri del 7 luglio 1960 n. 7, 42121 Reggio Emilia.

ORARIO
Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato dalle 10 alle 12,30
Martedì, mercoledì, venerdì e sabato anche dalle 17 alle 19

Contatti
Tel. 0522.458811 – centralino a selezione passante
Tel. 0522.458854 prenotazioni telefoniche (il lunedì ore 9.00 – 13.00)
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www.vivaticket.com
Acquisto di biglietti in prevendita obbligatorio.
La sera dello spettacolo NON si effettua il servizio di biglietteria

 

L’esplorazione del suono e del corpo
Tre percussionisti attraverso una ricerca personale esplorano con il corpo, la voce, le mani e l’uso di battenti, gli spazi e alcuni macchinari usati in passato a fini “terapeutici” (macchina della luce, amperometro, letto in ferro…) dell’ex manicomio, intrecciando un dialogo sonoro con la musica di Schubert e di Zivkovic. In quegli spazi, ora disabitati, gli oggetti agiti e “risvegliati” - come il suono scricchiolante prodotto dalla porta di una cella - risuonano con la musica in modo forse ancor più carico di senso. Un danzatore indaga gli spazi vuoti interagendo con i suoni prodotti da quelle esplorazioni. Lo scivolamento del suo corpo che rotola giù da una scala rappresenta metaforicamente la discesa nella solitudine (questa era stata la condizione sociale dei pazienti affetti da disturbi mentali) e l’espressiva bellezza del corpo seminudo, che agisce in contrasto con i muri spogli e rovinati di una cella, stride ai nostri occhi e ci emoziona.

La potenza del grido
Da una situazione di grande tensione, creata dall’intreccio delle grida e dei suoni prodotti durante le esplorazioni, ci immergiamo via via in una esperienza di ascolto musicale, sino al momento in cui tre percussionisti offriranno una esecuzione alquanto coinvolgente di un movimento dal Trio per uno di Zivkovic: suoni percussivi ripetitivi, frastornanti e accompagnati molto spesso dalle urla degli esecutori stessi.

Anche tanti pazienti dell’ex-ospedale psichiatrico furono rinchiusi, separati dal mondo: l’ambiente acustico in cui vivevano era certamente abitato anche dal suono delle loro grida. Possiamo interpretare la “potenza” di tali grida come espressione dell’animale umano, come un gesto di dolore (anche fisico), di follia, gioia, stupore, paura, eccitazione, rabbia, angoscia: ogni stato d’animo può essere presente nel grido. Eppure in ogni sua manifestazione ci turba. Che cosa ci turba?
Forse è proprio la sua dimensione eccessiva che ci destabilizza, perché il grido rappresenta quella parte di noi stessi che va oltre il senso della normalità, una rottura inaspettata delle consuetudini (che possiamo sentire anche nella versione di Zender nel Gute Nacht di Schubert quando all’improvviso il canto si trasforma in Sprechgesang), un aprirsi oltre il limite. O si tratta piuttosto della sua pregnanza espressiva, che arrivando direttamente nel nostro profondo, ci disorienta?

La musica di Schubert
Un violinista e un chitarrista si inseriscono nella trama sonora interpretando il lied Gute nacht dal Winterreise di Schubert (riproposto nel video in tre diverse versioni musicali), che ci immerge in una musica profondamente triste. Il testo del lied (di W. Müller) ci parla di un viandante che vaga in un desolato paesaggio invernale.

Alcuni versi del lied citati in apertura del video ci paiono in risonanza con il contesto psichiatrico:

Come un estraneo sono comparso,
come un estraneo me ne vado.

Per questo viaggio non m'è dato
di scegliere il tempo,
da me devo trovare la via in quest'oscurità.

Non ti turberò nel sonno,
voglio la tua pace;
camminerò in punta di piedi,
pian piano chiuderò la porta!
Passando ti scriverò
sull'uscio: buona notte.

Così avrai la prova
che io t'ho pensato.

In un clima di “fredda solitudine”, sottolineato dal risuonare della musica di Schubert tra i suoni gelidi delle porte delle celle che si aprono e chiudono, appare nella scena finale, come un miraggio, una misteriosa presenza femminile. Trascinando un violoncello - il cui unico suono (quello provocato dal puntale di metallo che stride o che …grida? tra la ghiaia del cortile esterno dell’ex manicomio) sembra ricordare il “gelido” accompagnamento del Suonatore dell’organetto (“…Nessuno l’ascolta, nessuno lo vede,…”) che conclude il ciclo dei Lieder del Winterreise - la seducente ragazza guarda e scruta dalla finestra all’interno dell’ala dell’edificio dove si trovano le celle, poi si allontana (“…e se venissi con te? Accompagneresti i miei canti con il tuo organetto?”).

Ciò in cui veniamo gettati un attimo dopo, è Il vuoto, colmo di “assordante” silenzio, del corridoio ora disabitato. Per qualche attimo tratteniamo il respiro: ogni suono, ogni gesto, ogni frammento musicale prima ascoltato, risuona nella nostra memoria più pregnante di senso.

presentazione a cura di Gabrielangela Spaggiari

 

Corpi Sonanti La potenza del grido (cortometraggio)
Martedì 29 giugno 2021 - ore 21,30 Chiostri di San Pietro, Reggio Emilia
Progetto didattico-artistico a cura di Arturo Cannistrà, Gabrielangela Spaggiari e Gabriele Tesauri.
Polo delle Arti (Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia e Castelnuovo ne’ Monti “Peri-Merulo”, Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto, Fondazione-I Teatri)

Allievi Interpreti
Istituto Superiore di Studi Musicali “Peri-Merulo”
Alessandro Camellini percussioni
Diego Fabbi percussioni
Martino Mora percussioni
Ennio Rossi violino
Marco Del Prato chitarra
Cecilia Ferrari violoncellista
XL Studio
Federico Russo danzatore

Musiche
F. Schubert Gute Nacht da Winterreise D.911 per violino e chitarra (trascrizione di F. Codeluppi)
H.Zender Gute Nacht da Schuberts “Die Winterreise”
N. J. Zivkovic Trio per uno, op.27 III – Molto energico per percussioni

Testo
Wilhelm Müller

Riprese e montaggio
Andrea Mainardi

Si ringraziano i Musei Civici di Reggio Emilia per la gentile concessione delle riprese all’interno
degli spazi del Museo di Storia della Psichiatria.
Si ringraziano XL Studio - Reggio Emilia e NoveTeatro APS - Novellara.

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